Cieli, senza fine ormai...

8 anni fa presentavo questo pezzo alla fine di un concerto che ricordo molto volentieri al Teatro Vittoria di Ponte in Valtellina.

Ancora oggi lo ritengo forse il punto più alto di quello che sono riuscito a fare con la musica. Avevo scritto tutto, musica, testo, arrangiamenti, tutte le chitarre armonizzate che si sentono in sottofondo. A volte impuntandomi magari coi musicisti più esperti di me, dicendo che no, quell'accordo non aveva bisogno di "addizioni". Ai tempi seguivo l'istinto. Oggi so semplicemente che avevo ragione, per esperienza, per "mestiere".
 
C'era un sogno grande dietro, forse sproporzionato, ma che mi dava la benzina e l'energia per fare le cose. Ho sempre invidiato chi in passato è riuscito a fare di questa passione un mestiere. Invidiato in maniera positiva. Era uno stimolo per me. Ho invidiato chi poteva pensare di dedicarsi totalmente alla scrittura, come i grandi del passato.

Questo pezzo poteva essere il mio "io" musicale, un punto di partenza verso qualcosa di più grande. Non lo è stato ma va bene così. Tutto va come deve andare e qualche soddisfazione me la sono tolta comunque. 
 
In questi giorni di "quarantena" ho scritto molto, senza regole, senza obbiettivi. Scrivere per scrivere, per vedere cosa succede.
 
Non so cosa ne farò di questi pezzi ma sarà tutto senza fretta. Senza pressione, senza video, forse anche senza parole, forse rimarrà la musica, forse solo un suono...e anche il silenzio a volte non è poi così male. :)










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